Agriturismo

Santa Maria del Gallo

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L'azienda agricola

 

La splendida valle di Crino

Santa Maria

Colle di Bagnone con il Momte S.Vicino sullo sfondo

La nostra azienda agricola   ha una superficie di    330 ettari . E' costituita per 180 ettari circa da boschi, 40 da  pascoli ed incolti e per 110 ettari da seminativi  E' frazionata in   sei corpi principali: Il Monte S.Vicino, comprendente anche la vetta ed il versante est della montagna con la stupenda valle di Crino (foto), 180 ha.ca.,  Bagnone, 60 ha. ca. Moscosi 20 ha ca., S.Maria (dov'è l'agriturismo) 30 ha. ca. Coldigioco, dov'è il centro aziendale,10 ha. ca. e Jesi, 30 ha ca. Tutti i corpi sono poco distanti tra loro   ad eccezione di uno, quello di Jesi (a circa 30 km dal centro aziendale) . L'altitudine va dai 300 m. sul livello del mare del corpo di Jesi ai 1500 (vetta del Monte S.Vicino) ma la maggior parte è situata sui 500 - 700 metri sul livello del mare; gravita  quasi tutta   a monte e nelle immediate vicinanze del   lagodi Cingoli.

Case in vendita

           Villanova

Bagnone 

 Jesi

Numerose le vecchie abitazioni coloniche e non,  di squisita fattura anche se la maggior parte diroccate; sono tutte situate in luoghi davvero ameni. Alcune sono in vendita come quella di Villanova nella foto, a sinistra, quella di Bagnone, al centro, ( ambedue da ricostruire) o quella di Jesi (nella foto a destra) che necessita invece di modesti interventi strutturali.Tutte queste  abitazioni godono di un bellissimo panorama. Per altre notizie, altre foto, potete prendere contatto con noi via mail o tramite telefono (i numeri sono nella home page).

Le coltivationi

   Affinamento con eliterra a S.Maria

 

                       Semina del mais a Bagnone     

 Le coltivazioni effettuate sono quelle tipiche della collina marchigiana asciutta: grano duro, orzo, girasole, sorgo, mais, erba medica, bietole da zucchero.

(Nella foto di sinistra la preparazione del letto di semina di un rinnovo, il girasole a Santa Maria ed in quella di destra la semina del mais a Bagnone).

Alle volte coltiviamo, in piccoli appezzamenti, varietà locali di mais, a bassissima produzione ma davvero molto buone  da mangiare a maturazione latteo - cerosa (fresco), cotto sulle braci o bollito. Questa è anche la miglior varietà da utilizzare come farina per la polenta. Tutto il mais che non viene  mangiato  fresco viene infatti molito, preferibilmente con macina a pietra, e la farina che se ne  ricava viene utilizzata appunto  per preparare un tipo particolare di polenta che si fa da queste parti.E' una polenta a grana molto fine e che si stende in uno strato minore di un centimetro di spessore su una tavola di legno poco più piccola del tavolo dove si mangia . Si condisce con i sughi più vari (i migliori sono a base di anitra  ma anche di maiale ecc.) e si mangia tutti insieme. La carne utilizzata per il sugo si mette di solito al centro e si mangia insieme alla polenta.

Alle volte coltiviamo, sempre in piccoli appezzamenti, varietà di orzo nudo ottimo per minestre vegetali.

L'azienda dispone di un castagneto situato non lontano dall'agriturismo, nella colonia di Bagnone. La raccolta delle castagne per modiche  quantità è gratuita per i nostri ospiti che possono così gustare questo prezioso frutto appena raccolto oltre che passare la giornata all'interno di un bosco  di castagne, uno dei luoghi più belli delle nostre  zone.

Produciamo inoltre  modiche  quantità di olio di oliva da un oliveto con varietà molto vecchie, quasi tutto per autoconsumo.

I boschi

Monte S.Vicino

Crino

Bagnone

La superficie boscata è notevole. I boschi in essa presenti vanno dalle faggete del monte S.Vicino a ca. 1000 metri di altezza, ai boschi misti di latifoglie posti ad altezze di 700 m.,  fino ai boschi di castagno, misti ed ai nuovi impianti da legno di noce e ciliegio posti a 500 m. circa.

Moltissimi  sono boschi cedui. Sono quindi boschi che sono utilizzati come legna da ardere a turni di 20 anni circa. Su questo utilizzo del bosco si appoggiava principalmente  l'economia delle nostre zone insieme alla trasformazione del legname in carbone. Una serie di leggi regionali ha paradossalmente inibito ed in modo  notevole, negli ultimi anni, questo tipo di utilizzo. Questo  ha portato ad un progressivo allontanamento ed abbandono delle attività boschive da parte della popolazione locale con la perdita di una preziosa risorsa vitale per un'area marginale come la nostra. Oggi, per fortuna, si sta verificando una inversione di tendenza, anche in relazione all'accettazione, da parte dell'Italia, delle direttive  del protocollo di Kjoto. L'utilizzo del ceduo è visto in una ottica di risparmio energetico: è infatti una  valida fonte di energia rinnovabile e perciò pulita. Per di più  non necessita di impianti di trasformazione rilevanti (come le segherie, necessarie per lavorare il legname d'altofusto) e quindi è facilmente accessibile ed a costi notevolmente bassi dalle popolazioni locali. Ormai purtroppo, però, il danno è già stato fatto: ormai il tessuto economico e sociale di questa filiera è  stato irrimediabilmente danneggiato ed occorreranno certo molti anni per ricostituirlo. Speriamo almeno che dopo aver incentivato così a fondo la trasformazione dei boschi da cedui (legname da ardere) in altofusto (legname da lavoro)si incentivi anche la costituzione dell'intera filieradel legname da lavoro, attraverso  una incentivazione sulla costruzione di segherie nella zona o di altre infrastrutture necessarie.

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